Alcuni giorni fa il Consiglio Comunale di Cagliari, su richiesta di una rappresentante di Sinistra Futura, si è trovato a discutere un tema delicatissimo: il conflitto israelo-palestinese. Una questione globale, complessa, con implicazioni storiche, politiche e umanitarie, che meriterebbe un approccio serio e informato. Ma il dibattito avvenuto in Aula ha lasciato più perplessità che risposte.
Sorge spontanea una domanda: cosa c’entra il Consiglio Comunale di Cagliari con la questione israelo-palestinese? Non sarebbe stato più opportuno concentrarsi sui problemi locali che affliggono quotidianamente i cittadini? A Cagliari ci sono questioni urgenti come la crisi abitativa, la gestione dei rifiuti e il rilancio economico post-pandemia. Eppure, per ore, l’Aula ha discusso una questione internazionale senza alcuna possibilità di incidere concretamente su di essa. L’episodio mi ha riportato alla mente un episodio avvenuto in Circoscrizione, quando venne proposta una mozione sulla pace per un conflitto imminente, non ricordo quale. Mi rifiutai di porre la questione all’ordine del giorno e il presentatore mi accusò di essere un censore (e un fascista, naturalmente). La discussione si chiuse con la battuta di un consigliere, che disse: “Non parliamone, perché siamo certi che, se ci mettiamo in mezzo noi, la guerra scoppierà”. Fortunatamente l’accesa disputa consumatasi a Palazzo Civico non ha minato l’accordo per il cessate il fuoco…
Purtroppo, ciò che è emerso dal dibattito non è stato un confronto serio e costruttivo, ma un festival di slogan e dichiarazioni superficiali. Alcuni consiglieri si sono lanciati in ardite analisi geopolitiche, spesso infarcite di luoghi comuni e prive di un reale approfondimento. Altri si sono limitati a esprimere posizioni ideologiche, più utili per guadagnare qualche applauso che per contribuire a una riflessione seria.
Discussioni di questo tipo rischiano di polarizzare inutilmente la politica locale. Portare un tema così divisivo in Consiglio Comunale può essere visto come un tentativo di distogliere l’attenzione dai problemi locali o di strumentalizzare una questione globale per fini politici interni.
Il Consiglio Comunale di Cagliari dovrebbe essere un luogo dove si affrontano i problemi dei cagliaritani, dove si trovano soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita nella città. Il conflitto israelo-palestinese è una questione importante e complessa, ma è responsabilità di altre istituzioni affrontarla.
Forse è arrivato il momento di riportare il dibattito politico comunale a una dimensione più concreta, dove si parla di ciò che realmente riguarda e preoccupa i cittadini. Cagliari ha bisogno di amministratori che guardino al futuro della città, non di aspiranti analisti geopolitici “a scabecciu”.