Avete mai notato quelle pubblicità di automobili in cui si esaltano le prestazioni e le offerte vantaggiose, seguite poi da una voce rapida e sommessa che elenca tutte le clausole meno attraenti? Bene, la comunicazione della Presidente Todde sembra seguire lo stesso copione. L’ultima “superbomba propagandistica” è quella sul conflitto davanti alla Corte Costituzionale sulla legge relativa alle energie rinnovabili (alle “pale eoliche”, per farla breve).
“La Corte riconosce il nostro impegno a tutela del paesaggio”. Ma basta scorrere fino alla fine del post per scoprire un dettaglio cruciale: “Aspettiamo la sentenza tra trenta giorni”. Insomma, la tanto sbandierata vittoria è solo un’anticipazione senza fondamento, un déjà vu di altre battaglie mai combattute – dalla peste suina alle dighe – che la Presidente celebra come personali trionfi.
Non sorprende che questa “sortita” arrivi proprio mentre la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale si appresta a discutere il rendiconto delle spese elettorali. È un metodo collaudato: quando c’è necessità di sviare l’attenzione mediatica, la macchina comunicativa tira fuori una presunta vittoria o una rivendicazione autonomista che, a conti fatti, non ha nessun riscontro concreto.
Il comune denominatore è che queste sparate non poggiano su nessun atto concreto e che certamente non potranno incantare, per esempio, un giornalista avveduto che abbia seguito un minimo di “puntate precedenti” delle iniziative delle Giunte di centro-destra e di centro-sinistra che si sono succedute nel tempo.
Il tentativo va oltre la contingenza di quello che ormai è noto come il “caso Todde” e, purtroppo, è la conferma che si vuole coprire un vuoto politico con un pieno comunicativo. Si procede per tentativi, incuranti delle contraddizioni, si naviga a vista senza un programma condiviso con la coalizione sui temi strategici, a cominciare dalla Sanità. E’ emblematico il fatto che la Giunta presenti un disegno di legge per poi sconfessare se stessa appena inizia l’esame in Commissione, annunciando un maxi-emendamento che di fatto andrà a riscrivere la cosiddetta “riforma”.
E’ trascorso quasi un anno dalla risicata vittoria del Campo Largo in Sardegna: mesi trascorsi all’insegna di una campagna elettorale contrabbandata come comunicazione istituzionale, tra un “stiamo lavorando”, un “colpa di chi c’era prima” o “del Governo”. Non abbiamo alcuna certezza su come finirà questa Legislatura ma siamo sicuri che ancora non sia neppure iniziata perché non c’è uno straccio di atto, neppure la Legge Finanziaria. Come direbbe l’assessore Bartolazzi, “Ma de che stamo a parlà?”