In tempi in cui le Forze dell’Ordine sembrano sotto una costante lente d’ingrandimento, il loro ruolo come baluardo della legalità e del presidio territoriale non può che essere ribadito con forza. La recente operazione a Cagliari, che ha portato all’arresto di una donna per spaccio di stupefacenti in Piazza del Carmine, è un risultato significativo e merita il plauso della comunità cittadina. Questo intervento assume un valore ancora più importante considerando come da tempo questa piazza si sia trasformata in una sorta di “zona franca” per chi viola la legge, rendendola spesso invivibile e lontana dal cuore pulsante della città che dovrebbe essere.
Tuttavia, affidare la sicurezza di un luogo esclusivamente alla presenza delle forze dell’ordine non è sufficiente. Un ambiente sicuro nasce anche dalla vitalità che le attività economiche, sociali, culturali e sportive possono portare. Una piazza viva, frequentata e vissuta diventa automaticamente un luogo più sicuro e accogliente. Su questo fronte, però, l’amministrazione comunale di Cagliari sembra in ritardo. Manca ancora una strategia chiara e continuativa per valorizzare Piazza del Carmine, un luogo simbolo del centro storico e della città, situato a pochi passi dal Palazzo Civico.
L’inerzia amministrativa non può essere giustificata: neanche l’assessore più distratto avrebbe difficoltà a individuare Piazza del Carmine senza bisogno di Google Maps. Per questo, è fondamentale mettere da parte il classico atteggiamento del “non vedo, non sento, non parlo” che sembra caratterizzare la gestione delle sue attuali condizioni.
Restituire Piazza del Carmine alla sua comunità non significa solo ripulirla dai fenomeni di degrado, ma trasformarla in uno spazio dove cittadini e visitatori possano incontrarsi, lavorare, divertirsi e crescere insieme. Le Istituzioni hanno il dovere di intervenire con progettualità e iniziative che diano un segnale forte: la legalità si costruisce anche attraverso la bellezza, l’inclusione e il senso di appartenenza a un luogo.