manifattura

Sono passati oltre quindici anni da quando, dopo una dura battaglia parlamentare (guidata dal missino Gianfranco Anedda e sostenuta dal sindaco Delogu) la Manifattura Tabacchi fu restituita alla Regione Sardegna. Negli anni seguenti ogni volta che si è affievolita l’attenzione della  politica e dei media sono riemersi gli appetiti di coloro i quali vorrebbero portare avanti operazioni speculative e di quelli che vorrebbero trasformarla in una dependance del Consiglio regionale.

Quest’ultimo ha già infilato un piedino nell’immobile, perché presto trasferirà la biblioteca nei locali dove un tempo di producevano le sigarette. C’è il rischio che anche sul primo aspetto qualcuno possa tornare alla carica, ringalluzzito dalle decisioni della Giunta Pigliaru. Cosa ha fatto? Dopo aver annunciato più di un anno fa la fine dei lavori di riqualificazione e l’imminente apertura, è rimasta immobile. E’ arrivata così a ridosso delle elezioni comunali di Cagliari senza avere la minima idea di come mantenere l’impegno. Si sono inventati così un fumoso affidamento a Sardegna Ricerche, che dovrebbe curarne la gestione e che dovrebbe studiare come farne un luogo dedicato alle start up e all’innovazione. Insomma, si tratta di una supercazzola politico-accademica senza capo né coda. Pigliaru ha accantonato di punto in bianco l’idea, lanciata da Soru e proseguita con Cappellacci, di farne un luogo dedicato alla cultura e al turismo. Mentre la Giunta di centro-destra aveva proseguito e rilanciato il progetto dei predecessori, prevedendo la collocazione nell’immobile del “cineporto” e di realizzarvi un’esposizione permanente dei quadri e delle altre preziose opere d’arte attualmente collocate presso gli uffici regionali, rendendo fruibile per tutti ciò che ora è un privilegio per pochi, l’attuale esecutivo ha fermato tutto, ha archiviato un progetto per sostituirlo con il nulla dei comunicati stampa. Forza Italia ha anche presentato un’interrogazione (primo firmatario Ugo Cappellacci) per riaccendere l’attenzione, ma la Giunta regionale non ha ancora risposto, forse perché non sa cosa scrivere.

A due mesi dalla finta inaugurazione con il sindaco Zedda, quel cancello resta drammaticamente sbarrato, la città resta fuori e i visitatori possono solo dare una sbirciata senza neppure un cartello La Manifattura può diventare il primo punto di riferimento per chi visita la città di Cagliari. Tante volte abbiamo immaginato uno spazio come il Museum Quartier di Vienna e comunque di un’area pubblica, aperta alla città, capace di essere un punto di ritrovo e non uno dei tanti muri dietro i quali si celano i soliti burocrati a godere di un ufficio con vista sul mare.

Diamo uno spazio alla nostra cultura, alla nostra identità, alla nostra capacità di produrre qualità della vita, dalle quali può nascere anche lavoro vero, stabile, capace di produrre benefici per l’intera comunità e non solo per chi trova occupazione.

Altrimenti, dopo tanti giri di parole, qualcuno si prenderà i locali per mettere un call center di Amazon o Huawei, per fare un esempio, e la Regione baratterà “pezzi” di città  per una manciata di posti di lavoro garantiti solo per qualche anno, fino a quando il servizio non viene delocalizzato altrove.  Qualcuno sarà tornato già a tenere lezioni nelle aule e a insegnare che il posto di lavoro sicuro non esiste, a parte il suo.

La città merita ben altro futuro, ma per farlo deve riprendersi il suo presente e il suo passato.

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