La città di Cagliari ha perso duemila residenti in un anno, diminuisce il numero di giovani e ovviamente aumenta l’età media della popolazione del capoluogo. Basterebbero questi dati per certificare il fallimento di una Giunta comunale, quella di centrosinistra, che si è proposta come giovane, nuova ed operativa, ma in realtà non ha fatto altro che perpetuare politiche risalenti agli anni ’60 e ’70.
Il dato, che suona come una sentenza senza appello, è figlio della mancanza di una politica lungimirante per la casa, di un inesistente politica urbanistica, lasciata in mano a uomini di apparato e di partito.
Perfino un consigliere comunale della maggioranza ha faticato non poco perchè nell’aula consiliare di via Roma rientrasse l’espressione “housing sociale”, che significa offrire la possibilità di avere una casa di proprietà a coloro i quali non sono abbastanza ricchi da potersi permettere un immobile e non sono “abbastanza poveri” da poter rientrare nelle graduatorie.
La verità è che si continua ad alimentare quel circuito vizioso di una politica che lascia che vengano occupati immobili pubblici, come per anni è avvenuto presso la scuola “Mereu”, poi promette una casa, poi la ristrutturazione. E’ un sistema che sicuramente ha fatto la fortuna di qualche politicante di centro e di sinistra, ma ha fatto molto male alla nostra città.
Da un sindaco giovane anagraficamente ci saremmo aspettati scelte di rottura, innovative, capaci di scardinare vecchie prassi, ma dopo tre anni la Giunta non è stata capace di indicare un indirizzo politico degno di questo nome in materia.
In più leggo sui social-network che nelle graduatorie si intende introdurre una sorta di precedenza per coloro i quali occupano abusivamente un immobile: un vero e proprio incentivo a scegliere la via dell’illegalità!
Mancano due anni alla fine del mandato. Se fossi una delle persone vicine al sindaco di Cagliari o un suo amico, gli consiglierei vivamente di fare scelte forti, di rottura, innovative, a costo di scontentare qualche esponente della sua maggioranza.
Altrimenti, come disse qualcuno, Cagliari rischia di diventare la periferia di Sestu o di Elmas.