Piano paesaggistico, scontro frontale
La maggioranza: viola i diritti locali. L’opposizone: difende l’ambiente
CAGLIARI. Al di là della forma, lo scontro sul piano paesaggistico regionale è durissimo. E questa volta non per volontà dell’opposizione, ma della maggioranza del consiglio comunale. Quest’ultima, infatti, ha chiesto al sindaco Emilio Floris di ricorrere in «sede giurisdizionale» contro la Regione. Mentre l’opposizione ha difeso il piano chiedendo che ci sia un confronto. Lo scontro politico si è riprodotto tale e quale dalla Regione al Comune, solo che in quella sede c’è un governo di centrosinistra e in Muncipio di centrodestra, e le parti sono invertite: in Municipio la maggiranza accusa, la minoranza difende.
Il dibattito è stato voluto dalla maggioranza che ha chiesto al primo cittadino di farsi promotore della rivolta dei Comuni sardi contro la Regione. Secondo il centrodestra (sono intervenuti Massimiliano Tavolacci, Udc; Giorgio Angius, Riformatori; Paolo Carta, Udc; Antonello Floris, Centro Giovani; e Alessandro Serra, An) il piano paesaggistico regionale si è appropriato dei poteri urbanistici dei comuni e, quindi, anche di quelli di Cagliari. Col risultato di bloccare – per il futuro – l’attività del Municipio sino alla predisposizione di un nuovo Puc. Da qui la richiesta di impugnare il piano: perchè questo ha usurpato le competenze locali, da un lato; e in quanto ha creato «grave pregiudizio» ai diritti acquisiti (di chi non può più ottenere quello che pensava fosse possibile perchè la Regione ha cambiato le regole).
Il Puc comunale, è stato sottolineato dai gruppi che sostengono il sindaco Emilio Floris, è nato da una discussione con la società civile che ha approvato le sue linee direttrici, mentre ora lo si rende inapplicabile. Ed è per questo che nell’ordine del giorno che sarà votato oggi a fine dibattito, la maggioranza chiede anche al sindaco di «procedere con la necessaria celerità (…) nella predisposizione» del nuovo strumento urbanistico locale.
La minoranza (sono intervenuti Marco Espa, Lorenzo Cozzolino, Andrea Scano e Ninni Depau, tutti dell’Ulivo; e Claudio Cugusi di Rifondazione comunista) ha anche ripercorso l’iter normativo nazionale che ha dato allo strumento paesaggistico un valore sovraordinato (al di sopra delle altre norme locali) e stabilito che dovrà essere regolato dalle Regioni. Sono stati poi ripercorsi i criteri che hanno portato a questo piano (economico, storico-culturale e ambientale). All’accusa di centralizzazione rivolta alla Regione per il metodo con cui ha preparato il piano, il centrosinistra ha risposto che moltissime sono state le modifiche apportate al documento sulla base delle osservazioni dei Comuni. Ha poi anche precisato che alcune parti dovranno essere affinate, ma che in ogni caso è un piano importante per la città e la salvaguardia di un bene come il paesaggio e l’ambiente. Anche l’opposizione ha presentato un proprio ordine del giorno in cui si chiede al sindaco di adeguare velocemente il Puc al piano regionale e di aprire un confronto con le istituzioni del territorio. (r.p.)